Non puoi sempre salvare tutti, farfallina
SVILUPPATORE: Bloober Team EDITORE: Bloober Team SA PREZZO: 49,99€ (Steam) LOCALIZZAZIONE: Testi MULTIPLAYER: Assente DISPONIBILE SU: Xbox Series X/S, PC (Steam, Epic Games Store, GOG) DATA DI RILASCIO: 28 gen 2021
Succede sempre così: quando giochi ad un titolo tanto coinvolgente vorresti che non finisse mai. Di conseguenza, quando ti ritrovi alla fine dopo 13 ore di gioco, ti assale l’amarezza di chi non avrebbe mai voluto che tale viaggio terminasse.
Mi accingo quindi a recensire questo titolo con la passione di chi non ha semplicemente giocato un videogioco, ma ha “vissuto” una storia realmente coinvolgente, appassionante, mai stancante.
The Medium nasce dalla brillante mente degli sviluppatori polacchi di Bloober Team, già noti al grande pubblico principalmente per i due capitoli di Layers of Fear, Observer e The Blair Witch.
Rilasciato nel Gennaio 2021, la genesi del gioco risale in realtà al lontano 2012 quando il titolo venne annunciato inizialmente per le vecchie generazioni di console (Xbox 360, PlayStation 3, and Wii U), ma pubblicato solo a distanza di 9 anni per poter sfruttare appieno le nuove potenzialità offerte dall’hardware più recente.
Che i ragazzi di Bloober Team volessero produrre un’esperienza unica lo si può ben comprendere da altre scelte fatte durante lo sviluppo:
- puntare sulla terza persona per aumentare l’immersività
- implementare una modalità “dual/split screen” per vivere contemporaneamente l’esperienza reale e del mondo spiritico
- prendere spunto dalle opere distopico surrealiste di Zdzisław Beksiński, per rappresentare in maniera unica il mondo circostante
- coinvolgere Arkadiusz Reikowski, Akira Yamaoka e Mary Elizabeth McGlynn (quest’ultimi due già contributori in Silent Hill) per la realizzazione del comparto audio

STORIA
Inizia tutto con una ragazza morta
Effettivamente mai frase fu più azzeccata e quanto appena riportato rappresenta il sogno ricorrente di Marianne. Senza svelare eccessivamente la trama, voi impersonerete quest’ultima, una medium, che deve porgere l’ultimo saluto al suo patrigno morto di recente e pronto per essere traghettato nel mondo dei morti.
Nel gioco voi gestirete un’impresa di pompe funebri (mai lavoro fu più calzante) e nel mentre che vi accingerete a sistemare il corpo esanime del vostro patrigno, curando il suo vestire nei minimi dettagli (sistemando il suo fermacravatta), avverrà la prima delle tante “trasmigrazioni” temporanee che subirete durante il gioco: vivrete parallelamente la sequenza di gioco nel mondo dei vivi e nel mondo spiritico.
Al termine di questa prima sequenza di sdoppiamento (dove peraltro metterete in mostra le vostre doti di “Caronte”) riceverete una chiamata che cambierà radicalmente la vostra vita.
Il vostro viaggio ha inizio.

GAMEPLAY
The Medium è un gioco del genere horror psicologico in terza persona, che prende evidentemente spunto da Silent Hill (ispirazione mai celata dal team di sviluppo), soprattutto per ambientazione ed atmosfera, ma in parte anche per gameplay e colonna sonora.
La modalità dual screen
Chiaramente la parte più innovativa del titolo risiede nella possibilità di giocare contestualmente due realtà differenti, appartenenti a due mondi differenti. Lo schermo di gioco verrà quindi diviso, come il più classico degli split screen, in due porzioni equivalenti, orizzontalmente o verticalmente (dipende dal momento).
Ogni movimento od azione compiuta nel mondo reale verrà riprodotta esattamente nel mondo spiritico e viceversa. Vi capiterà, per esempio, di parlare con uno spettro nel mondo spiritico ma analizzando la metà dello schermo dedicata al mondo reale vedrete semplicemente Marianne parlare col nulla, non avendo alcun interlocutore reale vicino.

Inizialmente non potrete sdoppiarvi a comando nel vostro alter ego spirituale. Dovrete infatti attendere determinate situazioni casuali dove sarà Marianne stessa a vivere questa esperienza di trasmigrazione.
Andando avanti nel gioco invece avrete la possibilità di impersonare esclusivamente la vostra controparte spiritica (senza dual screen). A tal fine utilizzerete esplicitamente degli specchi come passaggio tra un mondo e l’altro. Sarete quindi voi a “scatenare” la trasformazione poiché alcuni scenari saranno completabili solo impersonando l’una o l’altra forma.

Il potere “spiritico“
In aggiunta, Marianne potrà sfruttare una sorta di potere spirituale, utilizzabile solo nel mondo spiritico (potere consumabile che può essere ricaricato presso punti di potere specifici).
Tale potere le permetterà di:
- creare degli scudi spirituali protettivi
- spostare oggetti con la forza spirituale
- ricostruire scene e dialoghi del passato
- vivere una esperienza extra corporea indipendente dalla controparte reale.
Quest’ultima azione in particolare si rivela estremamente utile poiché rende possibile utilizzare la “controparte” spiritica indipendentemente dalla forma reale (che rimarrà immobile in uno stato di concentrazione per qualche decina di secondi). Ciò vi permetterà, per esempio, di superare alcuni ostacoli insormontabili nella realtà attuale o sbloccare determinati passaggi.

Potrete inoltre utilizzare la vostra “intuizione” per analizzare alcuni oggetti nel gioco, vivendo in prima persona dialoghi avvenuti in un tempo remoto che abbiano lasciato una “impronta” sull’oggetto stesso. Vi ritroverete, per esempio ad analizzare una scarpa, scoprendo come la stessa fosse indossata da una donna in preda alla disperazione mentre fuggiva da morte certa (sentirete realmente le urla di quest’ultima).
La generazione degli open world
The Medium si discosta molto dal trend principale dei giorni d’oggi, basato su titoli open world. Di conseguenza non avremo la possibilità di esplorare a piacimento l’ambiente circostante. Saranno difatti presenti i più o meno fastidiosi “muri invisibili” (celati dietro, per esempio, parti di arredamento non spostabili o fitta flora boschiva impenetrabile).

Dovremo seguire la trama che si dirama attraverso binari narrativi ben definiti. Non sarà possibile scostarsi di molto da quanto già previsto dalla situazione del momento. Solo, per esempio, finendo di esplorare completamente una location si avrà la possibilità di passare a quella successiva (e quindi ad una parte della narrazione seguente). Non vi sono dei veri e propri enigmi proposti poiché l’obiettivo principale è la narrazione. Raramente rimarrete spaesati senza sapere cosa fare poiché i punti/oggetti di interesse in ciascuna location vengono evidenziati con segnali luminosi.
La visuale in terza persona garantisce certamente un grado di immersività maggiore. Avremmo tuttavia apprezzato anche la possibilità di spostare la telecamera/visuale (che risulta fissa in base all’orientamento del personaggio) per ammirare il mondo circostante (meraviglioso).

Se dal un lato tutto ciò può essere considerato una limitazione, si può anche comprendere l’idea dello studio polacco di limitare al massimo la possibilità di “distogliere” l’attenzione dalla storia principale, al fine di mantenere quella tensione che può essere considerata la caratteristica portante dell’intera esperienza di gioco.

COMPARTO TECNICO
The Medium presenta un comparto grafico visivamente eccellente (Unreal Engine 4). Le location sono caratterizzate in maniera certosina ed il mondo spiritico è stato “forgiato” basandosi sulle splendide rappresentazioni artistiche di Zdzisław Beksiński.
Il problema principale è che tuttavia tale magnificenza dovrebbe anche muoversi dinamicamente in base agli spostamenti del personaggio ed è qui che spuntano fuori le più vistose lacune.
Se nella visuale singola il tutto è gestito più o meno egregiamente, vistosi cali di frame rate si palesano generalmente con la modalità dual screen (in alcuni tratti si scende sotto la soglia di “sopravvivenza” dei 30fps). Tali cali non sono sistematici nel gioco, ma è evidente come fosse necessaria una maggiore ottimizzazione del codice rilasciato.
In aggiunta, è riscontrabile un vistoso effetto pop-up che mostra un caricamento progressivo delle texture sugli oggetti, in seguito alla rotazione della visuale od entrando in nuovi ambienti.
Il comparto audio è realmente magnifico. Una colonna sonora evocativa (Akira Yamaoka e Mary Elizabeth McGlynn rappresentano una garanzia il tal senso) ci accompagnerà attraverso la nostra avventura, scandendo con più o meno tensione ogni singolo istante del nostro incedere.

CONCLUSIONI
The Medium potrà rappresentare per molti un titolo controverso.
I contro evidenziati nella recensione potrebbero far storcere il naso a tanti giocatori. L’assenza di azione, il fatto che il tutto possa ridursi (considerazione superficiale) ad un walking simulator, la presenza durante l’avventura di un unico momento di “jump scare”, la scarsa ottimizzazione, tutto ciò potrebbe sminuire quello che The Medium realmente rappresenta.
Non desistete, fidatevi.
The Medium è uno sguardo terrificante e inquietante nei recessi più oscuri del comportamento umano. La modalità con cui l’orrore si sviscera a poco a poco riesce a travolgere completamente il giocatore, ad emozionarlo, a coinvolgerlo. I pochissimi “jump scare” sono efficaci e le modalità con cui i fantasmi/eventi del passato si palesano permettono al giocatore di calarsi completamente nei panni di Marianne.
Questo è The Medium.
PRO
- Storia magistralmente scritta e raccontata
- Non è un gioco d’azione, è un’opera d’arte “narrata”
- Finale cliffhanger
- Colonna sonora evocativa
- Grafica di grande impatto (soprattutto in RTX) …
CONTRO
- … sfortunatamente non supportata da una ottimizzazione sufficientemente adeguata
- Legnosità in alcuni movimenti
- Binari narrativi ben definiti, senza possibilità di alcuna “deviazione”
- Telecamera fissa